Federico Leone: una storia di luci e di sorrisi

Federico Leone è un “fanatico della luce”, sempre alla ricerca della perfezione, è una delle voci più autorevoli nella fotografia internazionale nel mondo kids ma è soprattutto un gigante. Sarà perchè lo vedi li a scattare tra piccoli nani alle prime armi di fronte l’obiettivo, sarà per le gambe lunghe e la sua figura longilinea ma è proprio la sua statura a colpirti negli scatti che ci ha inviato dai suoi backstage. Come nelle favole che racconta nei suoi editoriali lui è un gigante ma di quelli buoni, che conquista i bambini con storie buffe e con ironia che diventano poi creatività ed eleganza nell’impostazione dei set e nella selezione delle immagini nelle sue campagne e editoriali. Federico Leone con oltre 20 anni di esperienza nel settore kids è originario di Roma ma vive e lavora tra Milano e Londra (qui il link al suo sito www.federicoleone.com).

Tra i famosi marchi di moda per bambini che hanno scelto la sua firma in immagini Armani, D&G, Moschino, H&M, solo per citarne alcuni.

Negli ultimi anni Federico si è anche specializzato nella regia cinematografica, cercando di introdurre un nuovo modo di filmare i bambini che rompe con la visione standard dell’industria della moda kids : Federico lascia che i bambini parlino, agiscano e si esprimano liberamente, evitando tutti gli stereotipi e lasciando trasparire la loro naturale bellezza attraverso le loro voci in una narrazione contemporanea. Il risultato è stupefacente e la carica di positività e ottimismo che viene fuori in alcune delle clip video presenti sulla sua pagina instagram ti raccontano tanto sul suo modo unico di interpretare il suo lavoro.

Storie di luce e di sorrisi… Come si fa a rapirli insieme in uno scatto?

La realtà è molto semplice, bisogna sapere costruire una bella luce, gestirla tecnicamente e, al tempo stesso, mettere i bambini a proprio agio, fare in modo che si divertano. Questa è la chiave per creare una storia di luce e sorrisi.

Il primo editoriale dedicato al mondo dei bambini, cosa ti ricordi?

Non è il primo, ma è sicuramente uno dei primi che mi è rimasto nel cuore. Un editoriale che raccontava una storia magica di gnomi ed elfi in un bosco, scattato per un magazine che oggi non esiste più, Collezioni 03 Baby. Una giornata con tanta energia, divertente, intensa, una fiaba resa possibile anche da una stylist bravissima, che ci ha regalato dei look incredibili, e animata da piccoli gnomi ed elfi, 5 bambini in età compresa fra i 6 mesi e i 4 anni. Una delle foto venne utilizzata anche per la copertina, una deliziosa bambina di 2 anni con un buffo cappello da gnomo in testa.

La location più inusuale per un tuo shooting

Ce ne sono state molte, ma ricordo una volta in cui siamo saliti sull’Etna, a 2000 metri, portando con noi un cavallo, impresa decisamente non facile anche dal punto di vista logistico. Ho amato anche un editoriale ispirato agli scontri tra i Mods e i Rockers scattato a Brighton nelle stesse location di Quadrophenia, film del 1979.

Tre brani indimenticabili nella tua playlist di ispirazione

Amo la musica di ogni genere e ne ascolto moltissima, ma se dovessi sceglierne tre, il primo sarebbe “Dawn” di Brando Luis, un giovane e talentuoso artista con cui collaboro, poi “A new error” dei Moderat, e la suite per pianoforte “Children’s Corner” di Claude Debussy, in particolare il primo brano.

Come cambia la propria visione del mondo trovandosi a lavorare quotidianamente con i bambini

I bambini ci insegnano a relazionarci in maniera più umile e diretta, a vedere le “cose del mondo” senza sovrastrutture. Ho sempre pensato che bisogna considerare i bambini come dei “piccoli adulti” e credo di averne avuto la conferma. Cerco di spiegare loro le cose in maniera reale, diretta e completa, di metterli sullo stesso piano dei “grandi”. Evidentemente non ne sono abituati perché ricevo generalmente un’attenzione e un rispetto di cui gli stessi genitori spesso si sorprendono.

Come è nata l’idea di un progetto dedicato a dare voce alle testimonianze dei più piccoli durante l’epidemia?

L’idea è nata durante il primo mese di lockodwn, quando ancora non si poteva immaginare l’entità di quello che sarebbe successo. Con il blocco delle scuole e l’inizio della didattica a distanza, ho pensato che i bambini fossero felici, stessero bene a casa e si sentissero fortunati di poter avere più tempo accanto ai propri genitori. Quindi ho provato a raccontare un po’ le loro vite, cercando di far emergere la parte più ludica, anche se ne sono uscite delle parti più toccanti. Certo, con il senno di poi, quello che trovano leggero e divertente ha assunto dei contorni molto diversi, ma mi piace l’idea di aver delineato la parte giocosa dei bambini, la loro freschezza, la loro spontaneità e, soprattutto, la loro resilienza nell’adattarsi a situazioni inaspettate.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Mi piacerebbe sviluppare maggiormente l’ambito dell’abbigliamento sportivo, utilizzare lo sport e il movimento come base di partenza di un modo nuovo di fotografare e di trasmettere un messaggio. Recentemente ho partecipato al progetto “Il dono”, un servizio fotografico realizzato per la promozione della cultura della donazione degli organi, in cui abbiamo utilizzato la metafora dello sport – in questo caso dell’arrampicata – per visualizzare il concetto di aiuto reciproco, di “dono”, appunto (https://www.aido.it/news/un-dono-di-vita-aido3900). Trovo che il binomio bambini-movimento possa avere degli sviluppi molto interessanti, sia dal punto di vista tecnico sia concettuale.

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